Decima edizione
Gradara, Rocca Malatestiana, agosto-settembre 2018
Milano, Museo Poldi Pezzoli, 27 novembre
Francesca da Rimini. Tra fantasia e realtà
Spazi e luoghi dell’immaginario romantico
Iniziativa di
Centro Internazionale di Studi Francesca da Rimini
con la collaborazione di
UCLA, Center for Medieval and Renaissance Studies
realizzata da
Comune di Gradara
MiBAC Polo Museale delle Marche
Museo Poldi Pezzoli, Milano
con la collaborazione di
Rete di Scuole di Pesaro e Urbino
Museo Biblioteca dell’Attore, Genova
Gruppo Maggioli
con il patrocinio di
Regione Marche
The Dante Society of America
Società Dantesca Italiana
Società Dante Alighieri
sponsor tecnici
Gusta il blu | Gusta l’arancione MARCHE Itinerari Enogastronomici e Turistici di Qualità
MUMO emozioni sensoriali
Ren-Auto PIRACCINI
Relais Villa Matarazzo
Host
Rocca di Gradara
L’immagine guida delle Giornate 2018 è una libera elaborazione da Gaetano Previati, Paolo e Francesca, c. 1887.
Bergamo, Fondazione Accademia Carrara.
CONCEPT
Un mito, Francesca da Rimini, nato dai versi di Dante che, dall’Ottocento ai giorni nostri, ha ispirato oltre mille artisti ad ogni latitudine. Un mito che, rinnovato con l’illuminismo e il romanticismo, sa affermare ancor oggi valori positivi: la bellezza, l’amore eterno, la fedeltà, la libertà e il rispetto della vita, della persona e dei sentimenti. Che ha saputo conservare nel tempo il suo fascino e il suo appeal anche nei confronti delle nuove generazioni.
I luoghi e gli spazi ove più di mille autori d’ogni paese hanno collocato l’episodio di Francesca da Rimini e il suo straordinario potere di provocare emozioni, saranno le linee guida delle Giornate 2018.
Luoghi e spazi.
Sia quelli interiori che quelli costruiti dalla fantasia umana o dalla natura.
In una società in cui, anche per le passioni, lo spazio ideale di interscambio sembra essere la “realtà virtuale”, ripercorrere tempi, terre e culture diverse, tentare di comprendere se i valori che il mito di Francesca rappresenta hanno ancora significato, non vuol essere un erudito esercizio accademico e di archeologia di sentimenti.
Sarà una preziosa occasione per discutere, per riflettere e per tentare risposte a una domanda, esplicita o implicita, che il mito di Francesca continua a proporre: amore, libertà, bellezza e rispetto della vita sono, ai tempi d’oggi, valori per cui è necessario combattere?
Sono, per le società contemporanee, traguardi raggiunti oppure obiettivi ancora lontani?
La X edizione delle Giornate, all’insegna del Romanticismo, non solo italiano, si collegherà alle istituzioni culturali milanesi che, nel 2018 e nel 2019, saranno impegnate sullo stesso tema.
Dedicherà ampio spazio anche al problema sociale del quale Francesca da Rimini è una delle rappresentazioni più emblematiche: la violenza di genere, piaga sociale che miete ogni giorno, a tutte le latitudini, innumerevoli vittime.
Progetto e cura delle iniziative:
Ferruccio Farina, Centro Internazionale di Studi Francesca da Rimini
Comitato organizzatore:
Filippo Gasperi, Sindaco di Gradara; Thomas Lenti, vice Sindaco di Gradara; Isabella Di Cicco, direttrice Rocca demaniale di Gradara; Ferruccio Farina; Fabio Tomasetti; Sara Benvenuti, Gradara Innova; Laura Lanci, Comune di Gradara.
Architetture allestimenti e location: Fabio Tomasetti
Immagine grafica: Bruno Monaco Comunicazione Creativa
PROGRAMMA GENERALE
Il focus delle Giornate 2018 è orientato, oltre che agli approfondimenti storici sulla nascita e sulla diffusione del mito di Francesca e sull’attualità dei valori positivi che rappresenta – bellezza, fedeltà, libertà – anche al problema sociale del quale Francesca da Rimini è una delle rappresentazioni più emblematiche: la condizione femminile e la violenza di genere, piaga che miete ogni giorno, a tutte le latitudini, innumerevoli vittime. Tema al quale anche nelle edizioni precedenti delle Giornate è stato dedicato ampio spazio.
CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI
Sessioni di Gradara
28-29 settembre 2018
Gradara, Rocca Malatestiana
1a giornata 28 settembre venerdì
mattino, 9,30:
Introduce: Ferruccio Farina, Centro Internazionale di Studi Francesca da Rimini
Deirdre O’Grady, University College, Dublino: Francesca tra i romantici di Francia, Inghilterra e Irlanda
Sarah Cantor, UCLA: Francesca da Rimini: icona del femminismo di Edith Wharton?
Remo Bodei, UCLA, Los Angeles: Ciò che il guardo esclude. Paesaggi romantici a partire da Leopardi
Lella Mazzoli, Università di Urbino: Comunicare la Passione: la ‘multimedialità’ della Francesca da Rimini di D’Annunzio
Emanuele Franceschetti, La Sapienza, Roma, Prima di Zandonai: La Francesca da Rimini di Luigi Mancinelli e Arturo Colautti
pomeriggio, 15,30:
presiede: Massimo Ciavolella, Center for Medieval & Renaissance Studies – University of California
Roberto Fedi, Università per stranieri di Perugia, Centro Internazionale di Studi sul Rinascimento: Il Boccaccio ritrovato e la peccatrice riabilitata
Giulio Ferroni, La Sapienza, Roma: Gli itinerari danteschi tra Marche, Toscana e Romagna
Raffaele Pinto, Universitat de Barcelona, Francesca e il romanzo moderno
Silvia D’Anzelmo, Educare i sensi: meccanismi di identificazione e sublimazione nel teatro musicale dell’epoca di Zandonai
sera, 21,30:
Francesca al Cinema
Massimo Ciavolella e Raffaele Pinto ‘guidano’ alla visione di film storici: da William Ranous, 1907, a Raffaello Matarazzo, 1949
2a giornata 29 settembre sabato
mattino, 9,30:
presiede: Natascia Tonelli, Università di Siena, Comitato Nazionale per le celebrazioni dantesche 2021
Gaia Gubbini, Freie Universität Berlin: Lancillotto e Ginevra, la coppia ‘palinsesto’
Antonio Rostagno, La Sapienza, Roma: La guerra oltre l’amore nella Francesca di Zandonai: il secondo atto come testimonianza del momento storico
Olga Jesurum, Vincenza Busseti, La Sapienza, Roma: Francesca in scena: gli abiti dell’eroina di Zandonai nell’arco di un secolo
Giuliano Turone: “E ‘l modo ancor m’offende”: Una pièce di teatro civile sulla violenza di genere
Palazzo Rubini Vesin, ore 12
Pellico ‘200 e Francesca d’Italia. Cimeli in mostra nel bicentenario della prima edizione della Francesca da Rimini di Silvio Pellico. Presentazione dell’esposizione da parte di Ferruccio Farina, curatore, e Alice Avanzi, studiosa di Pellico
Info:
Gradara Innova | info@gradarainnova.it | +39 0541 964673 | +39 331 1520659
www.francescadarimini.it | info@francescadarimini.it
CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI
Francesca da Rimini e il Romanticismo tra Europa e Americhe
Sessione di Milano
27 novembre 2018 | ore 10 – 13,30
Milano, Museo Poldi Pezzoli, Via A. Manzoni 12
Aperta al pubblico, ingresso libero
Relatori
Annalisa Zanni, Direttrice del Museo Poldi Pezzoli
Saluto di benvenuto a relatori e ospiti
Deirdre O’Grady, University College Dublino
Francesca da Rimini: medievalismo romantico e Romanticismo contro la storia: Leigh Hunt, Byron, Keats e Yeats
Lavinia Galli, Conservatrice del Museo Poldi Pezzoli
Lo studiolo dantesco del Poldi Pezzoli
Ferruccio Farina, Centro Internazionale di Studi Francesca da Rimini
Francesca da Rimini, Foscolo, Pellico e l’ambiente artistico-patriottico lombardo
Fernando Mazzocca, curatore della mostra “Romanticismo”
Dante e Francesca da Rimini. Testimonianze pittoriche lombarde
Antonio Rostagno, Università degli Studi “La Sapienza” Roma
Dante nella musica sinfonica in età romantica
Massimo Ciavolella, UCLA Center for Medieval and Renaissance Studies (CMRS)
Francesca da Rimini nelle Americhe: la ricezione di un mito attraverso due straordinari documenti cinematografici
Ferruccio Farina
Saluto di chiusura della X edizione delle GIORNATE INTERNAZIONALI FRANCESCA DA RIMINI
L’evento milanese si pone come evento complementare alla mostra Romanticismo (Milano | Gallerie d’Italia e Museo Poldi Pezzoli) a cura di Fernando Mazzocca
Info:
info@museopoldipezzoli.org | 02 794889 – 02 796334
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FRANCESCA ALL’OPERA
Francesca da Rimini, tragedia in quattro atti di Gabriele D’Annunzio, ridotta da Tito Ricordi, per la musica di Riccardo Zandonai
Gradara, Rocca Malatestiana, 23 agosto 2018, ore 20,45
Videoproiezione dell’opera lirica in scena nel 1984 al Metropolitan Opera House di New York con Renata Scotto e Placido Domingo, diretta da James Levine (Edizione Deutsche Grammophon)
Riduzione della durata da h. 2:43 a 0:53
a cura di Emanuele Franceschetti
elaborazione video di Bruno Monaco
La riproposizione dell’opera lirica Francesca da Rimini in scena per la prima volta il 19 febbraio 1914 al Teatro Regio di Torino, è un omaggio allo straordinario musicista Riccardo Zandonai [Sacco di Rovereto 1883 – Trebbiantico di Pesaro 1944).
L’opera fu composta in dodici mesi dal ventiquattrenne compositore trentino sul libretto che Tito Ricordi aveva tratto dalla tragedia di D’Annunzio, tra Pesaro, ove seguiva i corsi del conservatorio di cui diverrà direttore, e Sacco di Rovereto.
Quest’opera dalla triplice paternità ha saputo restituire, in maniera affascinante e emozionante, una mitica storia antica con una donna moderna come protagonista. Francesca che viene alla luce nel 1914, infatti, non e più la personificazione delle debolezze umane che sconta le sue colpe all’Inferno né la vittima sacrifica le dei romantici patrioti del primo Ottocento, ma una donna padrona dei suoi sentimenti e della sua passione. Passione che è frutto d’amore e che Francesca vuol vivere nella pienezza dei sensi, senza colpe e senza peccato, affermando con orgoglio il suo diritto alla libertà.
La poesia e il teatro di D’Annunzio e la musica di Zandonai trovano il punto più alto della loro sintonia nei due baci appassionati che esplodono alla fine del terzo e del quarto atto dell’opera.
Baci e gesti d’amore che, se per la loro sensualità sono certamente senza tempo e senza età, si connotano in maniera incontrovertibile come espressione naturale di quella terra magica per l’amore che, nella cultura occidentale dell’inizio del Novecento, è l’Italia.
Baci italiani, quindi. Italiano il medio evo che fa da fondale alla tragedia, italiano l’antico poema ove per la prima volta i baci sono narrati e al quale, necessariamente, l’opera rimanda la fantasia; italiana l’armonia poetica di questi nuovi versi e italiana la forza prorompente della musica di Zandonai che li accompagna; italiana la tradizione melodica delle voci e dei cori.
L’opera di Zandonai, giudicata dalla critica a volte venata di verismo musicale, talvolta di wagnerismo, talvolta figlia di un’estetica liberty, è comunque uno dei pochi melodrammi del Novecento che ancor oggi continua a riscuotere successi. Dal 1914 al 2018, è stata messa in scena più di trecento volte in ventitré paesi stranieri.
Storica è la rappresentazione del 1984 al Metropolitan Opera di NewYork che le GIORNATE INTERNAZIONALI FRANCESCA DA RIMINI 2018 proietteranno il 23 di agosto nel magico fondale della Rocca di Gradara.
Ridotta nella durata, da 2 ore e 43 minuti a 50 minuti per assecondare la fruizione del grande pubblico, non perderà comunque il fascino di uno spettacolo che ancora, dopo più di un secolo, sa affascinare, riflettere e commuovere.
CAST
Francesca, RENATA SCOTTO
Samaritana, NICOLE LORANGE
Ostasio, RICHARD FREDRICKS
Giovanni lo Sciancato (Gianciotto), CORNELL MACNEIL
Paolo il Bello, PLACIDO DOMINGO
Malatestino dall’Occhio, WILLIAM LEWIS
Conductor JAMES LEVINE
METROPOLITAN OPERA ORCHESTRA
METROPOLITAN OPERA CHORUS
METROPOLITAN OPERA BALLET
SINOSSI
ATTO I
Ravenna, case dei Polentani
Le ancelle di Francesca, figlia di Guido da Polenta, signore di Ravenna, scherzano con un giullare che canta la storia di Tristano e Isotta. Ostasio, fratello di Francesca, lo interrompe. Teme che teme possa svelare alle donne l’inganno ordito ai danni di Francesca per far sposare Gianciotto Malatesta “lo sciancato” (Gianni ciotto, Gianciotto), signore di Rimini, invece del fratello minore di questi, Paolo “il bello” inviato a Ravenna a sposarla per procura. Francesca accoglie al suo arrivo il bel principe riminese che lei crede suo futuro sposo, e gli offre una rosa vermiglia. In questo primo incontro, in lei sboccia un amore profondo e irresistibile. Samaritana, sua sorella, ha un fosco presagio e la supplica di non sposarsi.
ATTO II
Rimini, sugli spalti fortificati delle case dei Malatesti
Infuria la guerra dei signori di Rimini, guelfi, contro i Parcitadi, ghibellini, e Paolo combatte con onore. Francesca, moglie di Gianciotto, è accanto a lui sulla torre e lo rimprovera per l’inganno subito col matrimonio. Credendolo ferito, lo accarezza e lo prende tra le braccia quasi svelandogli il suo amore. Fuori infuria la battaglia e il crudele e invidioso Malatestino dall’occhio, fratello di Paolo, rientra ferito (all’occhio). Sopraggiunge Gianciotto che, tutto coperto di polvere e sangue, loda il fratello per il suo valore. I due cognati si guardano lungamente negli occhi e riescono a stento a trattenere la reciproca attrazione.
ATTO III
Castello dei Malatesta, camera di Francesca
Francesca, attorniata dalle ancelle, sta leggendo la storia di Lancillotto e pensa a Paolo lontano a Firenze. Viene insidiata dal feroce Malatestino, innamorato di lei. Dalla sua finestra si vede l’Adriatico. Inaspettatamente entra Paolo che torna dopo mesi di assenza, e i due cognati si guardano palpitando per il reciproco innamoramento. Le parole appassionate di Paolo trovano in Francesca sempre meno resistenza. Leggono insieme la storia di Lancillotto, si sfiorano, sono presi dall’emozione e, al punto in cui nel libro ‘galeotto’ Ginevra bacia il cavaliere, scocca tra loro il bacio fatale.
ATTO IV
Saloni dei palazzi malatestiani e camera di Francesca
Malatestino sfrontatamente insidia Francesca bramoso di farla sua. Francesca riferisce a Gianciotto le minacce del turpe fratello che, per invidia e per vendetta ribalta l’accusa svelando a Gianciotto l’amore tra lei e Paolo. Nella sua camera, Francesca si risveglia da un incubo. Rivolge dolci parole alla più giovane delle sue ancelle, Biancofiore, ricordando l’amata sorella Samaritana. Biancofiore esce con cupi presentimenti.
La tragedia si compie. Inatteso, arriva Paolo e, mentre i due cognati si avvincono travolti dalla passione dichiarando il reciproco amore, Gianciotto irrompe nella stanza furibondo. Paolo tenta di fuggire da una botola ma gli è impedito dalla veste che rimane impigliata. Gianciotto si lancia contro di lui con la spada sguainata e colpisce in pieno petto Francesca che si è gettata fra i due. Trafigge poi il fratello con la stessa arma. I corpi dei due innamorati cadono avvinti e Francesca “suggella le labbra spiranti” di Paolo “per l’eternità. Gianciotto si inginocchia e spezza la spada insanguinata.
Info:
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PELLICO ‘200 E FRANCESCA D’ITALIA
Il poeta patriota e l’eroina della Libertà
Gradara, Palazzo Rubini Vesin, 15 settembre – 7 ottobre
10,30 – 12,30 | 16,30 – 18,30 | tutti i giorni
Aperta al pubblico, ingresso libero
Cimeli in mostra nel bicentenario della prima edizione della tragedia Francesca da Rimini di Silvio Pellico
A cura di Ferruccio Farina
In collaborazione con Museo Biblioteca dell’Attore, Genova
Nel 1814, quando il venticinquenne Silvio Pellico si accingeva a scrivere la sua Francesca da Rimini, mai avrebbe immaginato che quella sua fatica letteraria sarebbe diventata la tragedia più amata e più rappresentata per quasi un secolo a venire con straordinario successo internazionale.
Una Francesca che aveva costruito ricolma di pudore, d’amor filiale e di fedeltà, profondamente diversa dalla peccatrice lussuriosa dei versi danteschi. Che mai peccò e che mai baciò il giovane di cui era innamorata.
Certo, anche in lei, la passione e l’istinto erano forti, ma le virtù e le regole della pudicizia erano invalicabili e le pulsioni andavano respinte con fermo coraggio. Personaggio ideale per rappresentare la nobiltà d’animo di chi, vittima di inganni nell’esigenza più intima dell’amore, risponde all’ingiustizia, molto romanticamente, con la morte.
Tre sono le istanze che la tragedia propone. Due riguardano il diritto alla libertà del più naturale dei sentimenti: il matrimonio deve essere una libera scelta e l’amore non deve uccidere.
Chiara è anche la metafora suggerita agli italiani che si apprestavano a lottare per l’indipendenza: Francesca è l’Italia, schiava delle oppressioni e delle ingiustizie. Solo con la forza della passione, l’onore e l’eroismo che non teme la morte, può liberarsi delle catene del servaggio straniero.
Francesca da Rimini, tragedia in cinque atti di Pellico, fu rappresentata per la prima volta al teatro Re di Milano il 18 agosto 1815 da Carlotta Marchionni (Francesca) e da Luigi Domeniconi (Paolo il bello). Ebbe un successo immediato che si accentuò dal marzo 1818 all’apparire dell’edizione a stampa curata da Lodovico Di Breme. E che assunse dimensioni europee dopo che Pellico, condannato a morte per cospirazione segreta nel 1822, soffrì la dura prigionia allo Spielberg fino alla grazia che ottenne nel 1830. Le edizioni a stampa della tragedia che si susseguirono dal 1818 al 1850 furono più di sessanta, tantissime per i tempi, per diventare nella seconda metà dell’Ottocento un successo editoriale incommensurabile, con traduzioni in francese (dal 1822), in tedesco (dal 1835) e in inglese (dal 1837).
Una sorta di monopolio letterario e teatrale, quello del poeta-patriota, che restò saldo fino al dicembre 1901, quando Gabriele D’Annunzio, altro poeta-patriota, portò alla luce un’altra grande Francesca che, dall’eroina ‘pura e fedele’, raccolse il testimone per affermare, nel secolo a venire, nuove libertà d’amore e di passione.
L’esposizione PELLICO ‘200 E FRANCESCA D’ITALIA, attraverso sessanta preziosi documenti d’epoca, ripercorre le tappe del successo dell’opera e dei personaggi che l’hanno accompagnata al successo.
Info:
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FRANCESCA AL CINEMA
Proiezione di film storici 1907 – 1949 ‘guidata’ da Raffaele Pinto e Massimo Ciavolella
Gradara Teatro Comunale, 28 agosto, ore 21,15
Aperta al pubblico, ingresso libero
In collaborazione con American Film Institute
Film proiettati:
- 1907: William Ranous, The two brothers, or Francesca da Rimini
- 1910: Ugo Falena, Francesca da Rimini
- 1928: David W. Griffith, Drums of Love
- 1949: Raffaello Matarazzo, Paolo e Francesca
- 1958-2014: Riccardo Zandonai, Baci d’Italia. Patchwork di baci a suon di musica
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E ‘L MODO ANCOR M’OFFENDE
Storie di donne offese dalla violenza
Testo di Giuliano Turone
Attori recitanti Alessandra Mandese e Giuliano Turone
Regia di Igor Grčko
Una pièce di teatro civile sulla “violenza di genere” rivolta agli studenti universitari e delle scuole medie superiori di Pesaro e Urbino realizzata in collaborazione con la Direzione dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Pesaro e Urbino
SINOSSI
Amor condusse noi ad una morte / Caina attende chi a vita ci spense…
Questo spettacolo di teatro civile sulla violenza “di genere”, che si dipana attraverso il dialogo tra un professore eccentrico e un’aspirante docente di “educazione all’uguaglianza di genere”, si apre non a caso con i versi di Dante dedicati a Francesca da Rimini.
Infatti, Francesca, di violenze di genere, ne ha subite più d’una: il matrimonio con l’aborrito Gianciotto Malatesta, impostole con un perfido inganno, la costrizione a subire poi per sempre lo stupro continuato da parte del marito tiranno e non voluto, infine la morte infertale da quel marito dopo che questi aveva scoperto la relazione di lei con suo fratello Paolo.
Una storia, quella di Francesca da Rimini, che sembra ideale per accompagnarci in un viaggio nella realtà odierna. Ed ecco allora gli attuali e innumerevoli episodi incresciosi di violenza sulle donne, che vanno dagli abusi più diversi al femminicidio.
Sul versante italiano la pièce si sofferma in particolare sulla storia di Franca Viola, che nella Sicilia degli anni Sessanta seppe negare il “matrimonio riparatore” a colui che l’aveva rapita e stuprata, e sulla storia recente di Lucia Annibali, sfregiata nel volto con un acido dall’ex fidanzato: due donne che hanno dimostrato al mondo intero di essere infinitamente più forti e dignitose dei loro miserabili aguzzini, processati e condannati a pene esemplari. Ma lo spettacolo si sofferma anche su episodi di cui ci arriva notizia da altre parti del mondo. Ed ecco allora che Dante, poeta universale, ci dà lo spunto per riflettere anche sull’universalità del problema della “violenza di genere” e sulla necessità di una battaglia culturale di dimensioni altrettanto universali.
Una battaglia culturale i cui passaggi sono oggi puntualmente indicati in un’apposita convenzione internazionale del Consiglio d’Europa, la Convenzione di Istanbul in vigore dall’agosto 2014, la quale obbliga tra l’altro gli Stati membri ad impegnarsi nella ricerca di rimedi – educativi e legali – a questo terribile fenomeno. In particolare, la Convenzione raccomanda agli Stati membri di introdurre nella scuola primaria e media inferiore l’educazione all’uguaglianza di genere (talvolta detta anche educazione sentimentale) come possibile efficace antidoto alla violenza sulle donne per le prossime generazioni e sul presupposto, quindi, che gli innumerevoli attuali episodi di violenza di genere possano diventare, per le prossime generazioni, reminiscenze di tempi lontani.
Possibile approfondimento in tema di legalità e diritti umani.
In caso di rappresentazioni ad uso delle scuole si potrà far seguire allo spettacolo una conversazione e un eventuale dibattito, a cura di Giuliano Turone, in materia di legalità, principi costituzionali, diritti umani e temi similari.
Giuliano Turone è coautore, insieme con Igor Grčko, nonché interprete maschile dello spettacolo. È stato magistrato in servizio attivo dal 1969 al 2007 ed ha lavorato in inchieste di criminalità mafiosa, economica ed eversiva. Ha insegnato tecniche dell’investigazione allʼUniversità Cattolica di Milano. Appassionato di teatro e recitazione, oggi produce e rappresenta spettacoli di teatro civile di sua creazione. Ha creato ed è il responsabile del sito internet Dante Poliglotta (www.dantepoliglotta.it), con un archivio di circa 250 edizioni di traduzioni della Divina Commedia in oltre 60 tra lingue e dialetti diversi.
Alessandra Mandese, attrice, protagonista femminile dello spettacolo e docente di recitazione, e Igor Grčko, regista e coautore dello spettacolo, sono pure impegnati in diversi progetti teatrali, parte dei quali sul tema della condizione femminile nella società odierna.
Durata dello spettacolo: cinquantacinque minuti
Il trailer è accessibile in rete a questo indirizzo
Info:
Gradara Innova | info@gradarainnova.it | +39 0541 964673 | +39 331 1520659
www.francescadarimini.it | info@francescadarimini.it
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