Proiezione commentata della pellicola “Paolo e Francesca”
di Raffaello Matarazzo, 1950
Introduce
Gianfranco Miro Gori
RIMINI | 11 agosto | ore 21.00 | Arena Francesca da Rimini
In caso di maltempo Museo della Città L. Tonini, via L. Tonini 2
Al film di Raffaello Matarazzo Paolo e Francesca – distribuito nel 1950 dalla Lux Film, un vero e proprio feuilleton di celluloide – va il merito di aver contribuito a garantire al melodramma, nel bel mezzo del neorealismo del nuovo cinema italiano, una sua nobiltà e un suo pubblico di fedelissimi dell’amore e del romanzo storico.
Il cast è di elevata qualità: Andrea Checchi è il sanguinario Gianciotto, Odile Versois una delicatissima Francesca, Armando Francioli un Paolo quanto mai aitante, Roberto Murolo il giullare di corte.
Quella di Matarazzo è una Francesca casta, aggraziata, ha la voce soave, dolcissima. Immacolata, quasi una santa con tanto di preghiere e inginocchiatoi, di confessioni, di suora consigliera e di lacrime. Più? vicina a Bernardette Soubirous del film di Henry King che alla lussuriosa passionaria di D’Annunzio.
Naturalmente è attorniata da bastioni, stendardi, armature, battaglie, sguardi, misteri, sospiri, trombe, cavalli, duelli, diligentemente ripresi dal vivo tra Gradara e San Marino. Ed è bastato un bacio a provocare l’ira del marito, un barbuto Andrea Checchi, solo leggermente zoppo. Ma prima che lui la pugnali insieme all’amato, lei ha già bevuto il veleno per espiare la sua piccola grande colpa. Una risposta decisamente italiana ai tanti travolgenti cow boys che arrivavano in quei tempi a cavallo dal West.
















